Collegiata di San Medardo

La struttura si presenta come un museo-chiesa intitolata a S.Medardo

Collegiata di San Medardo

Descrizione

Attestata sin dal 1208, la chiesa-museo reca l’insolita intitolazione di S. Medardo (VI secolo), vescovo di S. Quintino molto venerato in Francia. Dopo che Sisto V la nominò Collegiata (1585), si decise di ricostruire la chiesa in forme più grandiose. Su progetto di Michele Buti, architetto pisano, i lavori iniziarono nel 1634 sotto la direzione di Ascanio Passeri da Pergola e si conclusero nel 1644.L’imponente costruzione ha la facciata in cotto a due ordini, incompiuta, e un armonioso interno a navata unica. Qui possiamo ammirare veri e propri capolavori dell’arte: due straordinarie opere del grande artista rinascimentale Luca Signorelli, il Polittico di S. Medardo (1507) e il Battesimo di Cristo (1508); il monumentale dossale in terracotta invetriata Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Gerolamo (1510-1513) di Giovanni della Robbia, esponente di spicco della famosa bottega fiorentina; gli arredi lignei dei maestri intagliatori Leonardo Scaglia e Francesco Giglioni, che qui operano tra il 1647 e il 1650; le numerose opere di Ercole Ramazzani, artista locale allievo di Lorenzo lotto, tra cui si segnalano il Battesimo di Cristo (1593) e il Giudizio Universale (1597), ultima opera dell’artista; alcune opere di Claudio Ridolfi il Veronese, discepolo del Barocci (sec. XVII); Madonna del Rosario con i SS. Domenico e Caterina da Siena (1642), uno dei capolavori di Simone Cantarini il Pesarese (1612-1648) allievo prediletto e ribelle di Guido Reni; una Madonna col Bambino, S. Anna, S. Giuseppe e S. Gioacchino (1529), bella tavola di Piergentile da Matelica e Venanzio da Camerino; la Croce Processionale in argento del famoso orafo perugino Cesarino del Roscetto (1524-1525). Breve descrizione dell'opera e introduzione storica Si tratta di un altare trifornice in terracotta invetriata con nicchie inquadrate da quattro lesene con ricca decorazione a motivi floreali e candelabri a grottesca; all'interno delle nicchie si trovano le statue, bianche su fondo azzurro, della Madonna col Bambino, al centro, e ai lati di San Giovanni Battista e di San Girolamo. Il fregio in alto presenta un festone con protomi di cherubini, ricco di frutti e fiori su sfondo azzurro, chiuso in alto da una cornice ad ovuli. La lunetta superiore, a conchiglia, contiene il busto del Redentore, a tutto rilievo, mentre nei medaglioni è raffigurata l'Annunciazione. Ai lati, a tutto rilievo, si trovano due angeli reggicandelabro. Nella predella sono raffigurati tre episodi a bassorilievo: al centro la natività, ai lati la visita di S. Antonio Abate a S. Paolo Eremita, Gerasimo e il leone, oltre a semibusti di Santi. Nel 1870, quando l'opera venne rimontata nella sede attuale dopo essere stata esposta nella chiesa dei Cappuccini, furono assemblati anche alcuni frammenti di bottega robbiana, realizzati probabilmente dal fratello di Giovanni, Marco e riferibili ad una Transenna del 1514, esistente nell'eremo di San Girolamo e andata perduta: si tratta in particolare del piedistallo dell'altare. Al centro si trova un Tondo con Madonna ed Angeli. Nel 1510 venne commissionata a Giovanni della Robbia l'opera destinata all'altare maggiore dell'eremo di San Girolamo del Sasso Rosso presso Arcevia, come testimoniano i documenti manoscritti dell'epoca. Portata a termine nel 1513, l'opera rimase per più di un secolo nella sua sede originaria, per essere poi smontata e ricomposta nella chiesa dei Cappuccini, nel 1653, insieme ad elementi di un'altra opera, sempre di bottega robbiana. Nel 1870 fu traslata dalla chiesa dei Cappuccini e montata nella chiesa di San Medardo, sua collocazione attuale; la data esatta del trasferimento è documentato da una lastra iscritta collocata nella parete di fondo della nicchia centrale dell'altare, dietro la figura della Madonna; essa riporta la seguente iscrizione: trasportata dalla soppressa chiesa dei cappuccini e restituita al culto per cura del municipio 2 febbraio 1870. Inoltre, in tre stanze ricavate nella Collegiata, è allestito un Museo Parrocchiale con opere del Ramazzani e Ridolfi ed interessanti arredi sacri. 

Modalità di accesso

Si accede alla struttura dal portone principale sito in Via Ramazzani 136

La visita guidata della struttura (su prenotazione) ha la durata di almeno 1 ora. 

Come arrivare

Via Ramazzani 136

Mappa

Costi

Per accedere alla struttura non è richiesto il pagamento di nessuna somma. 

Orario per il pubblico

Per conoscere gli orari delle visite guidate contattare la Pro Loco.

Ultimo aggiornamento: 19-04-2024

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