Inaugurato a maggio 2004, il Centro è ospitato all’interno dell’ex Convento dei Francescani ubicato in Arcevia, nei pressi della piazza principale G.Garibaldi. Pensato per essere il cuore della vita culturale della città, si sviluppa su tre piani.
Al piano interrato, si trova la sala conferenze, insieme a spazi espositivi ricavati nelle antiche cantine del monastero.
A piano terra c’è il Museo Archeologico Statale, che raccoglie una significativa campionatura dei più interessanti siti archeologici dell’arceviese. A fianco, altri due ambienti sono stati attrezzati per ospitare le attività didattiche rivolte alle scolaresche in visita al museo.
Il primo piano attualmente accoglie l’Archivio Storico, tra i più importanti della regione, con circa 1.800 pergamene dei secc. XIII-XVI, la Biblioteca Comunale con annessa sezione prestito librario e l’esposizione permanente delle opere di tre grandi artisti del Novecento che hanno avuto Arcevia come minimo comun denominatore, Quirino Ruggeri, Edgardo Mannucci e Bruno d'Arcevia.
Nel complesso è stata trasferita anche la sede dell’Ufficio Cultura, Servizi Educativi e Turismo.
Cenni storici
La Chiesa e il Convento di San Francesco
San Francesco, che si affaccia lungo il corso Mazzini, è una delle più antiche chiese arceviesi, la seconda per importanza dopo la collegiata di San Medardo. La sua costruzione ebbe inizio attorno al 1275 su un terreno donato dal comune di Arcevia e subì rifacimenti e restauri in varie epoche. Il primo consistente intervento, sulla facciata, risale probabilmente alla fine del 1300: il portale romanico fu trasferito sulla via principale e alla chiesa venne addossato un voltone che poggia, come si può ancora vedere, su quattro grossi pilastri. Fino al 1517 fu di proprietà dell'Ordine dei Francescani e, a partire da questa data, la chiesa passò ai Conventuali. Nel 1597 fu ordinata la soppressione di vari altari fatti erigere in soprannumero dalle famiglie nobili arceviesi. Fu completamente rifatta in stile barocchetto nel 1750 sotto la direzione dell'architetto e plasticatore Lorenzo Bossi, autore anche delle otto statue di personaggi storici poste lungo le pareti.
La chiesa, a navata unica, conta sei altari oltre a quello maggiore. L'altare maggiore ha quattro gradini di legno e fianchi di porte e soprapporte per accedere al coro in stile barocco del XVIII secolo, di pregevole noce massello, nonché ciborio e baldacchino dorati a oro zecchino. Ai due lati del coro si trovano due tele del Ramazzani: nel lato destro dell'abside il Battesimo di Cristo, quadro commissionato al Ramazzani nel 1593, e, sulla parete di fronte al Battesimo, l'Ascensione di Cristo in Cielo del 1594. La cappella con l'altare di San Bonaventura, sulla sinistra, conteneva il quadro commissionato al Signorelli nel 1508, trafugato in periodo napoleonico e ora alla Pinacoteca di Brera. L'altare di Sant'Antonio da Padova ha un bellissimo paliotto con ciborio, baldacchino e due grandi reliquari di legno dorato. A sinistra dell'ingresso è visibile quello che rimane degli affreschi (XII-XIV secolo) che rivestivano le pareti interne della chiesa, tra cui la rappresentazione della Madonna con Bambino e Angeli di scuola umbro-marchigiana. Nota in Arcevia come la Vergine del Parto per la protezione che elargiva alle donne partorienti, è forse per questo motivo che tale pregevole opera è stata risparmiata quando la chiesa fu rinnovata nel 1750. Vi fu traslato il corpo di Sant'Aurelio Florenzi, martire, giunto in Arcevia nel 1757 e successivamente eletto con San Medardo a protettore della cittadina. Il chiostro da cui si accede al Museo Statale di Arcevia è coevo alla primitiva chiesa; armonioso nella sua austerità francescana, rivela in più punti tracce degli affreschi, raffiguranti vite di santi, che ne decoravano interamente le pareti.